CV per traduttori: mini guida pratica

Il CV è uguale per tutti?

Sembra una domanda banale, d’istinto diremmo tutti di no, penso. Nonostante ciò continuano a girare molti CV in formato Europass senza alcuna distinzione in base al tipo di lavoro o al destinatario finale.

Facciamo un salto indietro. Dovete sapere che io provo sempre a creare un calendario editoriale per TRADZ, ma tutte le volte lo stravolgo perché i post nascono da mie curiosità subitanee o anche necessità. In questo caso, per esempio, ho ricevuto il link di un’agenzia che sta reclutando nuovi traduttori e allora ho pensato che poteva essere un’occasione per rimettersi in gioco o perlomeno per fare un tentativo. Così riprendo il mio bel CV creato appositamente per la professione di traduttrice e mi fermo, sarà corretto? Non lo guardo da un po’ di tempo ormai, e se ora ci fossero delle regole non scritte che le agenzie tengono in considerazione?

Non mi restava altro che fare una bella ricerca online e qui vi riassumo le mie conclusioni e miei suggerimenti per un buon CV specifico per la professione del traduttore.

Già perché ogni CV deve essere costruito in base al contesto in cui lo vogliamo immettere. Siamo tutti d’accordo che il cv di un grafico dovrà essere stilisticamente diverso da quello di un cameriere, quindi anche quello del traduttore dovrà essere strutturato in modo da presentare al meglio il candidato e farne risaltare le qualità. Quindi partiamo dalle basi: l’Europass NO, non è la scelta migliore, a meno che non vogliate una fredda lista di competenze uguali a quelle di qualsiasi altro professionista.

Suggerimenti pratici su aspetto e contenuto

Quelli che seguono sono dei suggerimenti che ho trovato spulciando il web e che penso siano assolutamente utili per chi vuole creare da zero un buon CV professionale, ma ci sono anche degli spunti per chi invece vorrebbe rinnovarlo e magari renderlo più attuale per farlo emergere tra gli altri.

Devo dire che le risorse non erano tantissime, ma penso di aver riassunto i consigli più adeguati. Certo ci sono anche tantissimi forum che ne parlano, ma a volte si trovano mille opinioni diverse che possono creare confusione.

Le mie fonti sono state i blog di due agenzie di traduzione e il blog di una traduttrice, incrociando i dati ho creato una lista dei punti irrinunciabili in un buon CV:

Contenuto

  • combinazione linguistica delle lingue di lavoro (quindi bisogna specificare le lingue di lavoro e anche in quale combinazione con la lingua madre)
  • i settori di specializzazione
  • i servizi offerti (mi occupo solo di traduzione? Oppure posso offrire anche altri servizi come il proofreading?)
  • le esperienze lavorative (tasto delicato, ovvero se avete una lunga esperienza potete anche fare una selezione dei lavori che sono più coerenti con la candidatura per cui vi state proponendo, oppure per il cliente a cui state presentando i vostri servizi; se avete poca esperienza potete segnalare che avete fatto delle traduzioni volontarie e vi state formando in un particolare settore di specializzazione)
  • titolo di studio e formazione in generale
  • i CAT tools (sono indispensabili, specialmente se vi proponete a un’agenzia)

A questo punto si apre una diatriba: tariffe sì o tariffe no nel CV? Ho letto opinioni contrastanti, io personalmente penso che sia giusto inserirle soprattutto se si ha alle spalle un’esperienza consolidata che deve essere riconosciuta, voi cosa ne pensate? Aspetto i vostri commenti sia qua sotto l’articolo, sia su facebook!

Aspetto

  • foto professionale (no, la foto delle vacanze non è proprio il massimo, anche se siete super abbronzati)
  • NO formato Europass
  • formato PDF
  • no a CV di mille pagine, se possibile si dovrebbe riassumere in 2 pagine
  • indirizzo email serio e professionale
  • se lo si manda a più agenzie nello stesso momento ricordatevi di mettere gli indirizzi in CCN
  • rinominare il file con nome e cognome (le agenzie ricevono migliaia di CV tutti nominati “CV”)
  • Caratteri non troppo grandi ma neanche troppo piccoli e non più di due caratteri tipografici
  • testo deve essere allineato ed è meglio nor abusate del grassetto, no alle sottolineature
  • LAST BUT NOT LEAST revisionate il cv o fatelo revisionare, non ci devono essere errori né di battitura né grammaticali, il CV è il vostro biglietto da visita!

Questi sono quindi i punti fondamentali per un buon CV, vorrei aggiungere ancora dei consigli trovati in uno dei due blog delle agenzie di traduzione in cui si stila una vera e propria checklist delle cosa da fare e da NON fare (qui).

  • se stiamo mandando il CV all’estero deve rispettare le convenzioni del Paese di destinazione
  • se lo si manda in Italia abbiate cura di inserire sempre il consenso all’uso dei dati
  • inserite un solo indirizzo email professionale e un solo numero di telefono a cui siete reperibili
  • non limitatevi a elencare le vostre esperienze lavorative, ma sottolineate i risultati che ne avete conseguito
  • è sempre meglio adattare il CV a seconda del destinatario o della candidatura quindi i vostri interessi personali potrebbe essere superflui oppure se sono coerenti con quello per cui vi state presentando potrebbero essere un aggiunta a voi favorevole
  • come in tutti i CV è meglio non lasciare dei periodi di inattività

Qualche consiglio in più

Ora che ho elencato i “mai più senza” per un buon CV, vi voglio dare dei consigli per rendere il vostro CV unico. Sul blog di Alessandra Martelli ho trovato due articoli che secondo me sono incredibilmente utili per migliorare il CV. Lei si rivolge ai freelance in generale e quindi punta sull’unicità di ciascun professionista come elemento per farsi notare, quindi come possiamo migliorarlo in questo senso?

Prima di tutto per attirare l’attenzione del cliente occorre scrivere un titolo efficace in cui ci si descrive in poche parole e a questo proposito vi lascio il link al suo articolo in inglese in cui spiega passo passo i punti salienti per scrivere un titolo di successo. Dopo di che Alessandra consiglia di scrivere un’introduzione in cui si riassume in prima persona tutto quello che abbiamo da offrire come professionisti, nel caso della traduzione per esempio parleremo delle nostre lingue di lavoro e in quali servizi siamo esperti.

Poi il testo deve essere snello, come già detto non vogliamo dei CV lunghi come l’Odissea, quindi è importante scegliere le parole più efficaci ed evitare ripetizioni o informazioni superflue. Nel caso abbiate una grande esperienza potreste valutare l’idea di usare delle statistiche con numeri e dati che possano dare un’idea immediata della vostra competenza nel settore, nel caso della traduzione per esempio potreste indicare il numero di cartelle tradotte all’anno oppure le revisioni fatte.

Infine si può personalizzare il layout del CV, senza esagerare con gli ornamenti, per renderlo immediatamente riconoscibile, soprattutto se avete un logo e una forte brand identity. Se continuate a leggere vi svelo qualche trucco anche su questo.

Gli errori più comuni

Nell’altro articolo di Alessandra invece leggiamo gli errori da evitare e sono sostanzialmente quattro. È inutile gonfiare il CV con competenze che non abbiamo, perché in un modo o in un altro saremo smascherati e la nostra professionalità ne risentirebbe; allo stesso modo non bisogna svendersi con frasi tipo “professionista veloce ed economico” (cito direttamente), non è un gioco al ribasso e questo punto mi sembra particolarmente valido nell’ambito della traduzione; non serve inserire le esperienze lavorative che non hanno a che fare con la nostra attuale professione, abbiamo fatto tutti dei lavori più o meno saltuari per mantenerci, ma non ci servono in questo tipo di CV; in ultimo le competenze informatiche non devono essere generalistiche, bensì mirate e coerenti con la professione, cioè non serve dire che sappiamo usare Word o tutto il pacchetto Office, ormai è una competenza che si dà quasi per scontata, piuttosto è opportuno inserire i CAT tools che conosciamo.

Ma da dove posso prendere ispirazione?

Come si può tradurre tutto quello che abbiamo detto nella pratica? Esistono dei siti che forniscono dei modelli preconfezionati in cui bisogna solo aggiungere i propri dati e le esperienze lavorative, come questo o questo, basta iscriversi e scegliere la grafica che più vi piace e che soprattutto risponda a tutte le esigenze che abbiamo menzionato.

Ma se avete già un logo o semplicemente se vi sentite più creativi vi consiglio Canva. Immagino che la maggior parte di voi lo conosca già, ebbene anche Canva ha al suo interno moltissimi modelli di CV gratis tra cui scegliere, modelli che potete personalizzare come meglio credete. Il mio consiglio è quello di creare un curriculum che vi rispecchi e che quindi sia il frutto di una elaborazione personale anche dal punto di vista grafico, in più se seguite i suggerimenti che vi ho fornito non potete sbagliare!

Ora avete a disposizione tutti gli strumenti per creare il CV “perfetto” e ricordate che è sempre meglio avere più versioni a seconda del tipo di destinatario a cui vi rivolgete. Attendo i vostri commenti e spero che questo articolo vi sia stato utile!

Il prossimo mese non perdetevi la seconda puntata della rubrica di TRADZ, se vi siete persi la prima parte basta cliccare qui.

A presto!

1 commento

  • Buonasera Alessandra, anche io ho fatto diverse ricerche sull’argomento, ma il tuo articolo riassume in modo ottimale tutto quello che c’è da sapere. Inoltre, ho dato un’occhiata veloce al sito ed ho già visto che è interessantissimo, i contenuti sono veramente utili. Grazie mille e complimenti!

Lascia un commento