Intervista: The Failing Translator

Care lettrici e cari lettori di Tradz,

vi ho un po’ trascuratз, lo ammetto, ma l’ultimo anno è stato decisamente impegnativo per tutta una serie di eventi personali e professionali che stanno rivoluzionando il mio piccolo mondo.

Tuttavia continuo a coltivare la mia missione di rendere sempre più ricco il blog insieme alla pagina fb, dove pubblico periodicamente e aggiornamenti ed eventi sulla traduzione. E proprio per questo ho scovato una chicca: una giovane traduttrice che come me vuole aiutare chi è alle prime armi. I suoi consigli sono frutto dell’esperienza e della collaborazione con altrз colleghз e, soprattutto, sono consigli veri

Lei è Claudia Munafò, ma la trovate su Instagram col nome di The Failing Translator, proprio perché quando si inizia non si può essere perfetti e in questa intervista parliamo di quanto sia importante avere qualcuno più esperto di te che ti da una mano nello slancio iniziale.

 

Claudia, grazie per questa intervista, io ci tengo tanto a far conoscere i professionisti per far capire alle mie lettrici e ai miei lettori come si può iniziare in questo strano e pazzo mondo della traduzione. Ci vuoi quindi raccontare quale è stato il tuo percorso di studi e poi quello professionale, in quale ramo sei attualmente specializzata?

Ciao Alessandra, mi sono laureata in Mediazione Linguistica (Interpretariato e traduzione) presso l’Istituto di Alti Studi SSML Carlo Bo di Milano nelle lingue inglese e spagnolo. Successivamente sono entrata al corso in traduzione specializzata per l’adattamento e il sottotitolaggio presso l’Agenzia formativa tuttoEUROPA di Torino.

Subito dopo il master mi sono lanciata nel mondo del lavoro e non vedevo l’ora! Il primo progetto a cui ho lavorato è stata la traduzione dei sottotitoli di un documentario proiettato al festival del cinema latino americano di Trieste, con cui collaboro ancora come volontaria. Successivamente ho lavorato a dei progetti di traduzione e di sottotitolaggio retribuiti e, piano piano, ne ho ricevuti sempre di più.

Negli ultimi mesi del 2020 sono entrata in un programma di formazione per diventare revisora organizzato da un’agenzia di traduzione per cui traducevo e, dopo il superamento di un bel po’ di prove, lo sono diventata ufficialmente.

Insomma, questo è il mio percorso in sintesi! Quindi, per concludere, mi occupo di traduzione audiovisiva, generalista, tecnica e del servizio di revisione di traduzioni.

Insomma un po’ di sana gavetta l’hai fatta, a questo punto mi e ti chiedo come ti è venuta in mente la pagina Instagram The Failing Translator e soprattutto perché hai scelto proprio quella piattaforma?

L’idea del progetto di The Failing Translator mi frullava per la testa da qualche mese prima dell’apertura della pagina. È nata perché avevo notato che la maggior parte dei post scritti dai traduttori e dalle traduttrici in erba nei gruppi di categoria su Facebook riguardavano principalmente la professione del traduttore e non la traduzione in sé.

Inoltre avevo constatato anche una certa diffidenza o, per meglio dire, astio, da parte di traduttori e traduttrici più navigatз che, al posto di fare un passo indietro e comprendere le ragioni che si celavano dietro a quelle domande apparentemente banali, rispondevano attaccando e denigrando.

La realtà è che le domande che leggevo e che leggo in quei gruppi sono le stesse che avevo io quando ho terminato il master perché, anche se l’università italiana è una delle migliori al mondo, pecca nell’insegnare a ragazzi e ragazze la realtà del mondo del lavoro. (Fortunatamente però qualche ateneo si sta attivando in questo senso!)

Così ho deciso di aprire la pagina di The Failing Translator per creare una community di giovani traduttori e traduttrici collaborativз, per parlare degli argomenti tabù del settore e per condividere le informazioni fondamentali legate alla professione del traduttore in un contesto informale e rilassato.

The Failing Translator è una community che non demonizza lo sbaglio, anzi, spesso sono proprio i miei sbagli a essere protagonisti! (Come si può intuire dal nome della pagina!) Tuttз si sentono liberз di condividere la loro esperienza e sono apertз al dialogo. Più volte, nelle chat private, ho spiegato perché non si debbano accettare tariffe basse, perché fare una cosa in un modo al posto di un altro, ecc. ma sempre con enorme rispetto e gentilezza. Sensibilizzare senza demonizzare è possibile ed è quello che cerco di fare tramite la pagina. Tra l’altro, è inutile fare finta di essere stati dei traduttori perfetti sin dall’inizio della carriera, quindi… perché attaccare al posto di darsi una mano?

Infine, ho scelto Instagram perché è la piattaforma della nostra generazione e perché mi permette di informare, comunicare e aiutare direttamente i suoi membri. La pagina/community di The Failing Translator è tutto quello che avrei voluto avere quando mi sono affacciata al mondo del lavoro e mi si riempie il cuore di gioia quando mi ringraziano per l’utilità dei miei post e dei miei webinar, perché, in un certo senso, loro sono la “me” del passato!

Non potrei essere più d’accordo con le tue parole! I problemi principali nascono una volta usciti dall’Università e se non si trova una guida, il percorso diventa ancora più accidentato. La tua pagina è ricca di consigli che riguardano vari settori, non solo il tuo, dove attingi a queste informazioni, sempre se lo puoi svelare :P?

Certo che sì! Quando devo trattare temi e argomenti di settori in cui non sono specializzata faccio sempre molte ricerche e poi, prima di pubblicare, contatto colleghз del settore affinché controllino tutto ciò che ho scritto e in caso correggano ciò che è sbagliato. The Failing Translator è anche una pagina informativa ed è fondamentale che le informazioni siano sempre precise e corrette.

Come si può vedere anche dalle grafiche che usi, sei estremamente accurata. Ora quali sono i tuoi obiettivi professionali e qual è il futuro del profilo?

Il mio obiettivo professionale è, semplicemente, continuare per questa strada traducendo, revisionando e sottotitolando. Adoro il mio lavoro e ogni giorno mi rimbocco le maniche affinché continui e mi dia la stabilità necessaria per vivere una vita tranquilla e soddisfacente. Mi piacerebbe, nel prossimo futuro, poter riuscire a dare una mano ancora più concreta ai membri della mia community, ma non voglio svelare troppo, è un progetto in lavorazione!

L’ultima domanda che faccio sempre ai miei ospiti è quella che aspettano tutti: il consiglio che daresti a tutti i costi a chi si affaccia a questa professione, quello che anche tu avresti voluto sentire fin dall’inizio.

Rimboccati le maniche e abbi pazienza, il lavoro arriverà!
Fa’ sapere a tutti che traduci/sottotitoli/interpreti, mettiti in contatto con colleghз di lavoro o dell’università e coltiva le tue relazioni. Se passano mesi e non ricevi risposte alle candidature, cambia qualcosa, riorganizza il CV, analizza e rivoluziona la tua strategia: datti da fare e il lavoro sicuramente arriverà! Arriveranno momenti di sconforto in cui ti sembrerà tutto inutile, ma non devi demordere perché solo se continui a seminare potrai raccogliere i frutti. (Sembrerà una frase banale, ma è quella che meglio rappresenta il mio percorso.) In bocca al lupo!

Grazie per l’intervista, Alessandra.

Un abbraccio,
Claudia Munafò | @thefailingtranslator

Grazie a te Claudia! Sono sicura che ci risentiremo 😉

 

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