Artigiani delle parole: le mie impressioni (parte 2)

E per concludere in bellezza

Ci eravamo lasciati con la questione degli anglicismi e se pensate che sia stato l’argomento più spinoso del giorno, vi sbagliate!

Dopo la pausa pranzo sono ripresi gli incontri e Gioia Guerzoni e Silvia Pareschi ci hanno raccontato molti aneddoti della loro vita da traduttrici letterarie. Se vi state chiedendo chi sono, vi riporto la frase di chi le ha presentate dicendo che se avete letto la migliore letteratura nord americana degli ultimi anni quasi sicuramente è stata tradotta da loro, giusto per capirci. Nello specifico Gioia e Silvia ci hanno parlato del loro rapporto con i revisore e anche con gli autori stessi. Entrambe sono state molto simpatiche e sono riuscite a trasmetterci la loro passione per la letteratura e la traduzione. Aggiungo che mi ha confortato vedere le loro prime traduzioni passate sotto le mani dei revisori con molti segni, aggiunte e correzioni. D’altronde i revisori nascono per fare le pulci al testo e sono una risorsa preziosissima per i traduttori, non devono essere temuti, né sottovalutati.

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I numerosi partecipanti della giornata.
Fonte: la pagina fb di Artigiani delle parole

Provocazioni

Ho apprezzato molto l’ultima ospite perché è riuscita a gestire una platea agguerrita e perché ha toccato un tema caldissimo, gettando nuova luce su aspetti su cui dovremmo riflettere. Se non l’avete ancora capito si parla di traduzione automatica, ebbene sì, tema dolente ed estremamente attuale L’ospite è Isabella Massardo, traduttrice ed esperta di MT. Penso che la sua provocazione sia stata azzeccatissima: ci ha proposto di confrontare le traduzioni di un brano tratto da Il vecchio e il mare fatte da un umano e da una macchina, il risultato è stato sorprendente. È ormai indubbio che la tecnologia in questo senso ha fatto dei passi in avanti enormi ed è anche ora di accettare che continuerà a farli, il punto su cui Isabella si è concentrata è proprio questo. Noi non possiamo fermare la tecnologia e il suo progresso, ma di certo dobbiamo provare a sfruttare a nostro vantaggio questi strumenti. Sia chiaro ancora (e forse mai) nessun traduttore automatico ha la sensibilità di tradurre un’opera letteraria, come Il vecchio e il mare per esempio, però ha senza dubbio tutti gli algoritmi al loro posto per tradurre un testo tecnico di medio livello. A questo punto i traduttori cosa fanno? Ovviamente revisionare il testo prodotto dalla macchina. Pensateci un attimo, la MT può aumentare la vostra produttività in modo non indifferente, se non dovete entrare voi nel testo, ma solo fare del post-editing, il lavoro si snellisce considerevolmente. Vi consiglio di riflettere su questo punto, perché il futuro è vicino.

Che ne pensate, l’anno prossimo ci fate un pensierino? Spero di avervi incuriosito prima di tutto e poi di avervi suggerito qualche spunto di riflessione.

Ci vediamo a novembre con l’ultima puntata della prima rubrica di Tradz!

Alessandra

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