Riflessioni di giugno

Articoli rimandati

Questo articolo inizialmente doveva parlare dei seminari estivi di traduzione. Un argomento caldo che mi riprometto di trattare l’anno prossimo, sì perché come al solito sono arrivata tardi e le varie scadenze di iscrizione erano già belle che andate. Per me è stato un giugno intenso (e non è ancora finito), ma sono riuscita a partecipare a uno di questi seminari e ve ne voglio parlare.

Ho la fortuna di avere vicino casa una scuola di spagnolo che fa capo all’Università di Salamanca e la cui direttrice è una persona illuminata nonché una traduttrice esperta. A metà giugno ho frequentato il seminario di traduzione da lei organizzato intitolato “(Ri)tradurre i classici”, è stata un’esperienza bellissima in cui noi partecipanti per tre giorni abbiamo tradotto gomito a gomito, ci siamo confrontati e abbiamo imparato tanto. Oltre che dallo spagnolo si poteva tradurre dall’inglese e dal francese e le opere tradotte saranno pubblicate da una casa editrice con tutti i nomi dei traduttori. Ma oltre a consigliarvi questo seminario, di cui ci saranno altre edizioni, scrivo questo articolo per condividere con voi delle riflessioni che sono emerse nel corso delle giornate.

Ci vuole un po’ di chiarezza

Ho notato a malincuore che l’Università ha ancora delle grosse lacune in quanto a preparazione al mondo del lavoro, non voglio generalizzare ovviamente, ma in questo ambito particolarmente difficile ci dovrebbe essere più informazione. Tanti traduttori principianti vedono la traduzione letteraria come il raggiungimento ultimo delle loro aspirazioni, ma voglio dire con estrema chiarezza a tutti i miei lettori alle prime armi che di SOLA traduzione letteraria non si vive. In questo momento storico in Italia la traduzione letteraria è un’attività che non da troppe sicurezze economiche e deve essere quindi affiancata a un altro lavoro. Con questo non voglio scoraggiare nessuno, anzi voglio spronare chi sente quel fuoco dentro a continuare, a non mollare perché per tradurre letteratura ci vogliono tante qualità, ma senza passione non si va da nessuna parte.

Quindi cosa faccio io?

Con tutti questi pensieri in testa ho deciso di dedicare alcuni dei prossimi articoli post estate alla formazione. Ovvero, cosa succede dopo la laurea, oltre al vuoto cosmico? Come ci si può specializzare? Cose che forse sono ancora poco chiare per tanti. D’altronde TRADZ è nato soprattutto con l’intento di dare una visione ampia del panorama italiano e la formazione è senz’altro un punto importantissimo.

In autunno vi parlerò dei principali corsi online e delle scuole che si possono frequentare di persona, dove poter approfondire il discorso sia sulla traduzione letteraria sia su quella tecnica.

Per il momento vi lascio i rimandi alla scuola di spagnolo – che si trova a Torino – così potete tenervi aggiornati sulle prossime edizioni del seminario e su tutte le loro attività: pagina fb  e sito web. Inoltre vi ricordo che la rubrica di TRADZ non è ancora finita! Manca l’ultima attesissima puntata che arriverà presto, e se vi siete persi l’ultimo articolo cliccate subito qui.

A presto!

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